Con l’ADHD si vive 9 anni in meno: l’aspettativa di vita

Con l’ADHD si vive 9 anni in meno: l’aspettativa di vita

Un recente studio pubblicato sul British Journal of Psychiatry ha rivelato una significativa riduzione dell’aspettativa di vita tra le persone con diagnosi di ADHD nel Regno Unito. I dati mostrano che gli uomini con ADHD vivono in media 6,78 anni in meno rispetto alla popolazione generale, mentre per le donne il divario è ancora maggiore, arrivando a 8,64 anni.

La ricerca evidenzia come questi dati siano legati non tanto alla condizione in sé, quanto piuttosto a una serie di fattori di rischio che potrebbero essere prevenuti attraverso un migliore accesso alle cure e un supporto adeguato.

Lo studio dello University College London

Lo studio, condotto da un team di ricercatori dello University College London, ha analizzato i dati di 9.561.450 persone registrate in 792 studi di medicina generale tra il 2000 e il 2019. Tra queste, sono stati identificati 30.039 adulti con una diagnosi di ADHD, confrontati con un gruppo di controllo di 300.390 individui della stessa età e sesso, ma senza diagnosi di ADHD.

È stato utilizzato un metodo di analisi basato sui tassi di mortalità per età e sesso, evidenziando come il rischio di morte prematura per le persone con ADHD sia significativamente più alto rispetto alla popolazione generale.

Quali sono i fattori di rischio

La ricerca ha rivelato che la riduzione dell’aspettativa di vita nelle persone con ADHD è legata a diversi fattori di rischio, molti dei quali modificabili, legati alla neurodivergenza. Tra i più rilevanti:

  • patologie e condizioni preesistenti, come il diabete, l’ipertensione, le malattie cardiovascolari e le patologie respiratorie;
  • disturbi mentali come ansia, depressione e disturbi della personalità, che contribuiscono ad aumentare il rischio di suicidio;
  • comportamenti a rischio come il fumo, l’uso di alcol e sostanze, una maggiore propensione all’autolesionismo.

In particolare, i dati mostrano che il 40% degli uomini e il 42% delle donne con ADHD sono fumatori, contro percentuali molto più basse nei gruppi di controllo.

Inoltre il 10,41% degli uomini con ADHD e il 18,99% delle donne (per cui sembrerebbe rilevante la comorbidità con il disturbo borderline) ha una storia di autolesionismo o tentativi di suicidio, rispetto a percentuali molto più basse nei gruppi di confronto, rispettivamente il 4,63% e l’1,96%.

Il problema dell’accesso alle cure

Uno degli aspetti più preoccupanti emersi dallo studio è il grave deficit di supporto per gli adulti con ADHD, problema ben noto in Italia ma che, evidentemente, è comune anche alle persone con neurodivergenze d’oltremanica.

I servizi sanitari non sono adeguatamente attrezzati per gestire questo segmento della popolazione, con lunghi tempi di attesa per le diagnosi e scarse risorse per il trattamento.

Molti pazienti con ADHD riferiscono di non ricevere il supporto necessario, nonostante l’esistenza di interventi efficaci. Il miglioramento dell’accesso alle cure potrebbe avere un impatto significativo sulla riduzione del rischio di morte prematura.

Tra gli interventi previsti dai ricercatori ci sono:

  • programmi di prevenzione e sensibilizzazione per ridurre i comportamenti a rischio e promuovere uno stile di vita più sano;
  • integrazione dell’ADHD nei programma di salute pubblica;
  • potenziamento del supporto psicologico e medico in ogni contesto della vita.

Con l’ADHD si muore prima? Gli altri studi

I dati emersi sono in linea con altri studi condotti a livello internazionale. Una metanalisi recente, che includeva dati provenienti da Stati Uniti, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Svezia e Taiwan, ha evidenziato un rischio di morte prematura simile per le persone con ADHD.

Allo stesso modo, una ricerca basata sulla coorte di nascita britannica del 1958 ha rilevato che le persone con tratti di iperreattività nell’infanzia avevano una probabilità di morte prematura maggiore del 60% rispetto alla media della popolazione.

Tuttavia solo un altro studio ha tentato di stimare direttamente l’aspettativa di vita nelle persone con ADHD. In quel caso i ricercatori hanno utilizzato dati auto-riportati su salute e comportamenti a rischio per fare previsioni basate su tabelle di sopravvivenza. Le stime ottenute indicavano una riduzione dell’aspettativa di vita di circa 8 anni, simile ai risultati dello studio britannico.

Come può aumentare l’aspettativa di vita

I risultati della ricerca mettono in evidenza una disuguaglianza sanitaria allarmante. Le persone con ADHD si trovano spesso sole ad affrontare non solo i sintomi del loro disturbo, ma anche a gestirne le conseguenze sulla salute sul breve e lungo periodo.

Senza un cambiamento concreto nelle politiche sanitarie, le disuguaglianze continueranno a crescere, con impatti devastanti sulla qualità e sulla durata della vita delle persone neurodivergenti.

 


 

O’Nions, E., El Baou, C., John, A., Lewer, D., Mandy, W., McKechnie, D.G.J., Petersen, I., Stott, J. – Life expectancy and years of life lost for adults with diagnosed ADHD in the UK: matched cohort study, The British Journal of Psychiatry, 2025.

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